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Per molti anni, dai primi decenni fino agli anni Sessanta del Novecento, il distacco dei dipinti murali ha rappresentato l’unica possibilità per scongiurare la loro perdita, cosicché un grandissimo numero di dipinti hanno subito questo tipo di intervento che oggi, grazie ai risultati della ricerca applicata alla conservazione dei  beni  culturali, è utilizzato  solo in  casi  estremi. 

Tra i  materiali utilizzati per la realizzazione di nuovi supporti la masonite è stata sicuramente uno dei più diffusi. Questa è realizzata con fibre legnose combinate con leganti di varia natura, che purtroppo, con il passare degli anni, non risulta essere più idoneo.

Sono numerose le cause che innescano i principali processi di alterazione di questo materiale  (per  esempio  da  imputare  alle  variazioni  dimensionali  e  volumetriche  del  materiale  al variare  dell’umidità  ambientale)  tanto  che  la  sua  sostituzione  risulta  essere  una  necessità improrogabile al fine di restituire condizioni conservative adeguate ai dipinti.

Tuttavia è altrettanto cruciale identificare nuovi materiali che rappresentino un’alternativa valida secondo i criteri della conservazione moderna e che consentano di applicare, con sufficienti margini di sicurezza, alcuni prodotti innovativi e alcune procedure sperimentali di controllo che ne attestino un sufficiente grado di  affidabilità.

I  dipinti  conservati  nel  Chiostro  Verde  rappresentano  un  caso  particolarmente complesso e al tempo stesso estremamente rappresentativo tanto che possono essere considerati un esempio  paradigmatico  dell’intero  territorio  fiorentino. 

In  questo  senso  i  risultati  delle  ricerche proposte potranno essere impiegati in un grande numero di casi analoghi.
DISCOVER
DI
pinti murali Staccati: criticità della COnserVazione E studio di interventi
per la riduzione dei Rischi

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Il Chiostro
La creazione degli animali e di Adamo
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